giovedì 7 giugno 2012

Conferenza sull'ambiente

Ieri, presso l'Istituto Comprensivo "Don Milani" di Villanuova s/C (Bs), ho tenuto una conferenza dal titolo:

AMBIENTE: problemi e soluzioni

Il pubblico era composto dalle 3 classi terze della scuola media locale.
Il file con le tracce che ho seguito e' disponibile al seguente link:
presentazione conferenza.
In realta', le domande che mi hanno posto i ragazzi mi hanno permesso di sviluppare il discorso in varie direzioni, fra cui le modalita' di smaltimento dei rifiuti.

giovedì 26 aprile 2012

Le nanoparticelle usate nei comuni prodotti per uso domestico causano danni genetici nei topi.

Presentiamo la nostra traduzione dell'articolo Nanoparticles used in common household items cause genetic damage in mice, pubblicato il 18 novembre 2009 sul sito divulgativo dell'Universita' di California – Los Angeles (UCLA) da Kim Irwin, direttore delle comunicazioni esterne del Centro Comprensivo Tumori Jonsson:

"Le nanoparticelle, presenti ovunque dai cosmetici e creme solari alle vernici e vitamine, causano danni genetici sistemici nei topi, in base a uno studio comprensivo condotto da ricercatori del Centro Comprensivo Tumori Jonsson presso la Universita' di California – Los Angeles (UCLA)

Le nanoparticelle di titanio biossido (TiO2) inducono rotture del DNA in single e double-strand e causano un danno cromosomico, oltre a un'infiammazione; questi fattori aumentano il rischio di cancro.

Lo studio UCLA e' il primo a mostrare che le nanoparticelle hanno questo tipo di effetto, dice il direttore dell'equipe Robert Schiestl, professore di Patologia, oncologia  delle radiazioni e scienze della salute dell'ambiente presso l'UCLA, scienziato del Centro Tumori Jonsson.

Una volta entrate nell'organismo, le nanoparticelle di TiO2 si accumulano in vari organi perche' il corpo non ha modo di eliminarle. E poiche' sono piccolissime, possono andare ovunque, perfino dentro le cellule, e possono interferire con i meccanismi sub-cellulari.

Lo studio e' apparso nel novembre 2009 sulla rivista scientifica Cancer Research.

In passato, queste nanoparticelle di TiO2 erano considerate non-tossiche perche' non stimolano una reazione di tipo chimico. Tuttavia, e' l'interazione di superficie che le nanoparticelle hanno con l'ambiente circostante – in questo caso l'interno del corpo di un topo – a causare il danno genetico, dice Schiestl. Le particelle si aggirano per l'organismo causando stress ossidativo, che puo' portare alla morte cellulare.

Queste particelle danno luogo a un meccanismo di tossicita', una reazione chimico-fisica, nuovo rispetto alle normali tossine chimiche, che generalmente sono oggetto di ricerche tossicologiche, dice Schiestl.

“Il nuovo principio e' che il titanio e' di per se' chimicamente inerte. Tuttavia, quando le particelle diventano via via piu' piccole, la loro superficie (complessiva, N.d.R.), al contrario, diventa progressivamente piu' grande e lo stress ossidativo e' indotto proprio nell'interazione con l'ambiente circostante”, dice Schiestl. “Questo e' il primo studio comprensivo sulla genotossicita' indotta dalle nanoparticelle di biossido di titanio, possibilmente causata da un meccanismo secondario associato all'infiammazione e/o allo stress ossidativo. Tenendo conto che c'e' un uso crescente di queste nanoparticelle, queste scoperte fanno nascere la preoccupazione sui potenziali rischi per la salute associati all'esposizione.”

La manifattura delle nanoparticelle di TiO2 e' un'industria imponente, dice Schiestl, con una produzione di circa 2 milioni di tonnellate all'anno. Oltre a pitture, cosmetici, filtri solari e vitamine, le nanoparticelle possono trovarsi in dentifrici, coloranti alimentari, supplementi nutrizionali e centinaia di altri prodotti per la cura della persona.

“Potrebbe darsi che una certa porzione di tumori spontanei sia dovuta a questa esposizione”, dice Schiestl. “E alcune persone potrebbero essere piu' sensibili all'esposizione da nanoparticelle rispetto ad altre. Io penso che la tossicita' di queste nanoparticelle non sia ancora stata studiata abbastanza”.

Schiestl dice che le nanoparticelle non possono passare attraverso la pelle, cosi' raccomanda l'utilizzo di filtri solari in forma di lozione. Filtri solari in forma di spray potrebbero essere inalati e le nanoparticelle depositarsi nei polmoni.

Nello studio, topi sono stati esposti alle nanoparticelle di TiO2 con l'acqua da bere e hanno iniziato a mostrare il danno genetico al quinto giorno. L'equivalente umano e' circa 1,6 anni di esposizione alle nanoparticelle in un ambiente manifatturiero. Comunque, dice Schiestl, non e' chiaro se l'esposizione regolare, giornaliera aumenti nell'Uomo esponenzialmente, se si verificasse nel tempo un contatto continuo con le nanoparticelle.

Lo studio dice: “Questi dati suggeriscono che dovremmo preoccuparci del rischio potenziale di tumori o disordini genetici, specialmente nelle persone esposte professionalmente ad alte concentrazioni di nanoparticelle di titanio biossido, e che sarebbe prudente limitare la loro ingestione attraverso additivi alimentari non essenziali, coloranti alimentari, etc.”.

Prossimamente, Schiestl e la sua equipe studieranno l'esposizione da nanoparticelle in topi che presentino deficienze di riparazione del DNA, per aiutare a trovare un modo di prevedere quali persone potrebbero essere particolarmente sensibili alle nanoparticelle.

Lo studio e' stato finanziato dal NIH (National Institutes of Health), agenzia del ministero della salute USA.

Il Centro Comprensivo Tumori Jonsson presso la UCLA ha piu' di 240 ricercatori e clinici impegnati nella ricerca, prevenzione, diagnosi, controllo, trattamento ed educazione sui tumori. E' uno dei maggiori centri comprensivi americani sul cancro, dedicato alla promozione della ricerca e a tradurre la scienza di base in studi clinici di alto livello. Nel luglio 2009, il Centro Tumori Jonsson e' stato messo nell'elenco dei primi 12 centri sul cancro americani dall'US News & World Report, una graduatoria che ha mantenuto per 10 anni consecutivi."

giovedì 9 febbraio 2012

Nuovo trattamento per l'influenza

L'azienda NexGen Biomedical sta sviluppando e sperimentando un nuovo trattamento per l'influenza. 
In un post del 4 febbraio ne "The Scientific Journal Club" su LinkedIn, il loro portavoce Richard A. Lepidi spiega che il loro farmaco, denominato "Inibizione ribosomiale mirata transitoria" (Targeted Transient Ribosomal Inhibition, TTRI), viene somministrato per inalazione e rimane nei polmoni senza diffondersi in modo sistemico.

Il suo effetto terapeutico sarebbe un'attivita' antivirale polmonare, antiinfiammatoria e antiproliferativa.
Sembrerebbe impedire l'azione di 10 proteine virali dell'influenza nonche' la sintesi de novo di citochine e leucotrieni nei polmoni, senza che i tessuti vengano danneggiati. Il farmaco potrebbe cosi' prevenire la mortalita' da qualsiasi ceppo influenzale, compresa l'H5N1, e non risulterebbe sensibile alle mutazioni virali naturali o indotte dall'Uomo.
Le dosi terapeutiche sembrano centinaia di volte inferiori alla dose di sicurezza (NOEL) sistemica.

Interessante. Speriamo che gli sviluppi siano positivi.