Quando si considerano le sostanze (che siano di origine naturale o di sintesi) disperse nell'ambiente e l'eventualita' che vengano a contatto con l'organismo, una proprieta' che viene presa in considerazione in Ecotossicologia e' la lipofilia (ossia la tendenza a essere disciolto nelle sostanze grasse o apolari), che si riflette nella capacita' di restare disciolto nei cuscinetti adiposi invece di essere trasportato fuori dall'organismo tramite le vie urinarie.
Molte sostanze riconosciute come altamente tossiche o cancerogene (aflatossine, PCB, DDT, etc.) possiedono questa proprieta' in modo spiccato; altre sostanze che presentano tale tendenza hanno tossicita' meno forti ma comunque subdole e dannose per l'organismo umano. Per esempio: alcuni terpeni contenuti negli olii essenziali (allergizzanti), il tensioattivo dodecilbenzen solfonato (genotossico).
In quale rapporto sono le sostanze bioaccumulabili e la catena alimentare?
Ecco un esempio [tratto dai testi "Principles of Environmental Toxicology" di I.C.Shaw e J. Chadwick - Taylor & Francis (1998) e "Science" di G.M.Woodwell, C.F.J.Worster e P.A.Isaacson (1967)] in cui si evidenzia la capacita' del DDT di diventare sempre piu' concentrato nella catena alimentare in ragione della propria tendenza ad accumularsi negli organismi [nota: il valore numerico rappresenta la concentrazione residua di DDT misurata]:
Le sostanze che entrano nella catena alimentare con questo meccanismo, specialmente quelle non biodegradabili, possono creare non pochi problemi a lungo termine alla salute delle persone.
Molte sostanze riconosciute come altamente tossiche o cancerogene (aflatossine, PCB, DDT, etc.) possiedono questa proprieta' in modo spiccato; altre sostanze che presentano tale tendenza hanno tossicita' meno forti ma comunque subdole e dannose per l'organismo umano. Per esempio: alcuni terpeni contenuti negli olii essenziali (allergizzanti), il tensioattivo dodecilbenzen solfonato (genotossico).
In quale rapporto sono le sostanze bioaccumulabili e la catena alimentare?
Ecco un esempio [tratto dai testi "Principles of Environmental Toxicology" di I.C.Shaw e J. Chadwick - Taylor & Francis (1998) e "Science" di G.M.Woodwell, C.F.J.Worster e P.A.Isaacson (1967)] in cui si evidenzia la capacita' del DDT di diventare sempre piu' concentrato nella catena alimentare in ragione della propria tendenza ad accumularsi negli organismi [nota: il valore numerico rappresenta la concentrazione residua di DDT misurata]:
- acqua (estuario nell'East Coast degli U.S.A.): 0,00005 mg/L
- fitoplancton: 0,04 mg/L
- Cyprinodon variegatus (pesce che si nutre di plancton): 0,94 mg/L
- Esox niger (pesce predatore): 1,33 mg/L
- Egretta (uccello predatore): 3,57 mg/L
- Larus argentatus (gabbiano): 6,00 mg/L
- Aquila pescatrice: 13,80 mg/L
- Smergo (uccello di zone umide): 22,80 mg/L
- Cormorano: 26,4 mg/L
Le sostanze che entrano nella catena alimentare con questo meccanismo, specialmente quelle non biodegradabili, possono creare non pochi problemi a lungo termine alla salute delle persone.