giovedì 22 settembre 2011

Elenco dei 26 allergeni riconosciuti dalla Dir 2003/15/CE

Pubblichiamo, come promemoria, l'elenco degli allergeni riconosciuti dalla Direttiva 2003/15/CE, recepita in Italia dal Decreto legislativo n. 193 del 3 febbraio 2005 in vigore dall’11 marzo 2005:

  • Amylcinnamal (n. CAS 122-40-7)
  • Alcole benzilico (n. CAS 100-51-6) 
  • Alcole cinnamilico (n. CAS 104-54-1) 
  • Citrale (n. CAS 5392-40-5)  
  • Eugenolo (n. CAS 97-53-0)
  • Idrossicitronellale (n. CAS 107-75-5)
  • Isoeugenolo (n. CAS 97-54-1)
  • Alcole beta-pentilcinnamilico (n. CAS 101-85-9)
  • Salicilato di benzile (n. CAS 118-58-1)
  • Cinnamaldeide (n. CAS 104-55-2)
  • Cumarina (n. CAS 91-64-5)
  • Geraniolo (n. CAS 106-24-1)
  • 4-(4-idrossi-4-metilpen-til)cicloes-3-encarbaldeide (n. CAS 31906-04-4)
  • Alcole anisilico (n. CAS 105-13-5)
  • Cinnamato di benzile (n. CAS 103-41-3)
  • Farnesolo (n. CAS 4602-84-0)
  • 2-(4-terz-butilbenzil)-propionaldeide (n. CAS 80-54-6, Liliale)
  • Linalolo (n. CAS 78-70-6)
  • Benzoato di benzile (n. CAS 120-51-4)
  • Citronellolo (n. CAS 106-22-9)
  • Alfa-esilcinnamaldeide (n. CAS 101-86-0)
  • D'limonene (n. CAS 5989-27-5)
  • Ott-2-inoato di metile (n. CAS 111-12-6)
  • 3-metil-4-(2,6,6-trimetil-2-cicloesen-1-il)-3-buten-2-one (n. CAS 127-51-5)
  • Estratto di evernia prunastri ed evernia furfuracea (n. CAS 90028-68-5)
  • Evernia furfuracea, estratto (n. CAS 90028-67-4)


La presenza di ognuna di queste sostanze dev'essere indicata nella lista degli ingredienti riportati nell'etichetta di cosmetici e detersivi, se la loro concentrazione supera singolarmente i seguenti valori:
— 0,001 % nei prodotti che non vengono risciacquati,
— 0,01 % nei prodotti destinati ad essere risciacquati.

All'epoca del recepimento di questa normativa, i mass-media ne diffusero ampiamente la notizia, destando grande attenzione nei consumatori; bastarono pero' pochi giorni di silenzio perche' tutto finisse nel dimenticatoio.
Attualmente molte fra le ditte produttrici, che hanno l'obbligo di legge di riportare gli allergeni in etichetta dei loro prodotti, sfruttano questo oblìo a fini commerciali: e' infatti sufficiente scrivere che la tale sostanza e' "da agricoltura biologica" per nobilitarla agli occhi del compratore, il quale non ricorda che e' un allergene e quindi rappresenta non un pregio, bensi' un difetto dell'articolo che sta acquistando...

venerdì 9 settembre 2011

Sindrome feto-alcolica: 7 neonati italiani su 100 sono a rischio

Dal sito dell'Istituto Superiore di Sanita', pubblicazione del 9 settembre 2011 a cura della dr.ssa Mirella Taranto (Ufficio Stampa dell'ISS):

"In Italia su 100 neonati 7 hanno subito esposizione alcolica nel grembo materno. Si tratta dei primi dati italiani rilevati dal uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità e diffusi oggi nell’ambito di una conferenza stampa in occasione della prima Giornata internazionale della consapevolezza sulla sindrome feto-alcolica. Lo studio multicentrico di prossima pubblicazione è stato condotto attraverso un biomarcatore, l’etilglucuronide, in grado di rilevare l’esposizione all’alcol nel meconio, le prime feci dei neonati. Il gruppo di studio, capeggiato dalla dottoressa Pichini ha messo in luce che c’è un consumo di alcol in gravidanza sottostimato o non riconosciuto da parte delle donne che partoriscono: l’analisi sul meconio di 607 neonati, infatti, ha rivelato un’esposizione media del 7.6% di neonati, con una distribuzione nelle diverse città campione dello studio molto diversificata: da uno 0% nella neonatologia di Verona ad un 29% nella neonatologia dell’Umberto I di Roma.

"Noi non sappiamo quale sia la quantità di alcol che si possa assumere in gravidanza senza rischi e perciò indagini come questa sono estremamente importanti nel campo della prevenzione e della tutela della salute neonatale - afferma il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Enrico Garaci - perché permettono di far luce su un fenomeno sommerso come quello delle patologie pediatriche sviluppate in relazione all’assunzione di bevande alcoliche durante la gravidanza. In Europa infatti - dice il Presidente Garaci - si hanno pochissimi dati sui disordini feto-alcolici, questo nostro studio è fra i primi e ha coinvolto anche la Spagna. A Barcellona i dati hanno rivelato addirittura il 45% di esposizione neonatale. L’obiettivo di questa giornata è soprattutto l’informazione, alle donne prima di tutto sia quelle in gravidanza che quelle che decidono di avere un figlio che la quantità di alcol in questo periodo deve essere pari a zero".

Per aiutare i medici, neonatologi e pediatri a diagnosticare la sindrome è stata pubblicata dall’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell’ISS la "Guida alla diagnosi dello spettro dei disordini feto alcolici". Una guida schematica che aiuta a diagnosticare la sindrome feto-alcolica (FAS) e lo spettro dei disordini feto alcolici (FASD), due patologie di difficile diagnosi.La Guida sarà distribuita a più di tremila medici italiani.
Una diagnosi precoce, inoltre, può essere molto utile per individuare possibili rischi e agire tempestivamente. "I neonati devono avere un follow-up specifico - spiega Simona Pichini - perché ancora non si sa che percentuale di loro svilupperà una sindrome feto alcolica e quanti di loro svilupperanno uno spettro di disordini feto alcolici. Si tratta principalmente di problemi neurologici, neuromorfologici, problemi di sviluppo cerebrale, disabilità serie. La sindrome di iperattività e deficit di attenzione, per esempio, è uno dei disordini che potrebbe manifestarsi nell’ambito di un’esposizione del feto all’alcol".