lunedì 30 novembre 2009

"Il progressivo incremento del cibo gettato nella spazzatura e il suo impatto ambientale."

Presentiamo la traduzione del riassunto (abstract) del seg. articolo: Titolo originale:" The Progressive Increase of Food Waste in America and Its Environmental Impact" degli autori: Kevin D. Hall [kevinh@niddk.nih.gov (KDH)], Juen Guo, Michael Dore, Carson C. Chow [carsonc@niddk.nih.gov (CCC)] - Laboratory of Biological Modeling, National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases, Bethesda, Maryland, United States of America
pubblicato sul database on-line PLoS ONE:

"I rifiuti di cibo contribuiscono a consumi eccessivi di acqua dolce e combustibili fossili, i quali, insieme al metano e all'anidride carbonica dovuti al cibo in decomposizione, creano un impatto sui cambiamenti climatici globali.

In questo articolo calcoliamo il contenuto energetico di rifuiti di cibo su scala nazionale dalla differenza fra il cibo fornito e il cibo consumato dalla popolazione statunitense.

Il secondo e' stato stimato usando un modello matematico validato di metabolismo, che mette in relazione il peso corporeo al consumo di cibo.

Abbiamo desunto che gli avanzi di cibo pro capite in USA sono progressivamente aumentati di circa il 50% dal 1974, oltrepassando le 1400 Kcal al giorno per persona e i 150 miliardi di Kcal all'anno.

Il cibo gettato nella spazzatura al momento occupa piu' di un quarto del consumo totale di acqua dolce e circa 300 milioni di barili di petrolio all'anno."

domenica 30 agosto 2009

Commento

L'articolo sulla qualita' nutrizionale dei cibi biologici mi e' sembrato interessante in quanto oggetto di polemica su giornali e riviste, che riportano generalmente solo l'opinione del giornalista (spesso senza competenze scientifiche), costruita a sua volta su articoli altrettanto generici trovati sui giornali.
Per fermare questa catena di opinioni fittizie, non c'e' che risalire alla fonte e farsi un'opinione diretta.
La mia opinione generale sull'argomento trattato e' la seguente: lo spunto e' interessante e, se possibile, va approfondito.
Se fosse dimostrata la veridicita' delle conclusioni tratte dai ricercatori, si potrebbe pensare che, si', i cibi biologici non contengano principi nutrizionali migliori o in maggiore quantita' rispetto ai cibi convenzionali, ma che almeno non contengano sostanze (i pesticidi) che presentano tossicita' per l'Uomo a lungo termine e che hanno un impatto ambientale spesso a lungo termine.
Il ragionamento deve anche considerare i pro e i contro dovuti alla incidenza delle micotossine su alcune colture.

venerdì 28 agosto 2009

"Qualita' nutrizionale dei cibi biologici: una revisione sistematica."

Presentiamo la traduzione del sommario del seg. articolo:"Nutritional quality of organic foods: a systematic review." degli autori Dangour AD, Dodhia SK, Hayter A, Allen E, Lock K, Uauy R. (Department of Epidemiology and Population Health, London School of Hygiene & Tropical Medicine, United Kingdom. alan.dangour@lshtm.ac.uk) pubblicato sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition (Am J Clin Nutr. 2009 Sep;90(3):680-5. Epub 2009 Jul 29) e sul database on-line Pubmed.

"Qualita' nutrizionale dei cibi biologici: una revisione sistematica.

CONTESTO: Nonostante la domanda di cibi prodotti biologicamente sia in crescita, mancano informazioni sulle loro qualita' nutrizionali basate su una revisione sistematica (un controllo sistematico dei dati).

OBIETTIVO: Abbiamo cercato di stimare quantitativamente le differenze documentate di contenuto in nutrienti fra generi alimentari prodotti con metodo biologico e generi alimentari prodotti con metodi convenzionali.

PIANO DI STUDIO: abbiamo ricercato sistematicamente nei database Pubmed, Web of Science e CAB Abstracts coprendo un periodo di 50 anni dal 1 gennaio 1958 al 29 febbraio 2009, contattando esperti della materia e consultando bibliografie. Abbiamo incluso articoli peer-reviewed (ossia verificati dal circuito delle Riviste Scientifiche) con il riassunto in inglese nell'analisi, nei casi in cui riportavano il contenuto in nutrienti confrontato fra generi alimentari biologici e convenzionali.

RISULTATI: da un totale di 52.471 articoli, abbiamo identificato 162 studi (137 prodotti di coltura e 25 prodotti di allevamento); 55 erano di qualita' soddisfacente. In un'analisi che includeva solo studi di qualita' soddisfacente, le colture prodotte convenzionalmente mostravano un contenuto in azoto significativamente piu' elevato, mentre le colture biologiche mostravano un contenuto significativamente piu' elevato in fosforo e una piu' elevata acidita' titolabile. Non e' stata rilevata alcuna differenza per le rimanenti 8 su 11 categorie di nutrienti analizzate. L'analisi di una base-dati piu' ristretta sui prodotti da allevamento non ha fornito evidenze di differenze nel contenuto in nutrienti fra i prodotti di allevamento biologici rispetto a quelli convenzionali.

CONCLUSIONI: Sulla base di una revisione sistematica degli studi di qualita' soddisfacente, non c'e' evidenza di una differenza nelle qualita' nutrizionali fra generi alimentari prodotti in modo biologico o in maniera convenzionale. Le piccole differenze riscontrate sono biologicamente (= dal punto di vista degli organismi viventi considerati) plausibili e principalmente correlate alle differenze tecniche fra i metodi di produzione."

lunedì 29 giugno 2009

Ragionamenti

Mi e' stato posto un quesito sulle conseguenze delle asserzioni del Prof. Ames riguardanti frutta/verdura e pesticidi, unitamente alle considerazioni dell'Istituto Superiore di Sanita' e altri riguardo alle micotossine.
Da questi documenti sembra infatti che si sconsigli l'uso di alimenti da coltivazione biologica: l'uno parla di ragioni economiche legate al consumo troppo limitato di frutta e verdura quando queste sono costose; l'altro parla di ragioni tossicologiche legate alla protezione dall'attacco di funghi tossinogeni.

Se riconosciamo che tali documenti siano attendibili e suffragati da sufficienti studi scientifici validati, allora si potra' aprire un dibattito sui vari aspetti del problema.
Considerando anche i pregi (dalle proprieta' organolettiche, alle proprieta' nutrienti, al miglior utilizzo dei campi coltivati, etc.) degli alimenti da agricoltura biologica e non solo i problemi (legati a quanto detto nei documenti), una proposta che posso avanzare in qualita' di "moderatore" e' quella di puntare a 2 obiettivi:
1) aiutare l'agricoltura biologica a diffondersi il piu' possibile, affinche' gli agricoltori che la praticano possano avere un mercato sempre piu' ampio e abbassare cosi' i prezzi di vendita;
2) aiutare gli agricoltori stessi ad approfondire la "buona pratica" di prevenzione delle micotossine.

domenica 28 giugno 2009

Bruce Ames

Dal sito di uno degli enti dove lavora (il CHORI Children’s Hospital of Oakland Research Institute) presentiamo la biografia di questo eminente scienziato:

"Dr. Ames e' Professore di Biochimica e Biologia Molecolare presso l'Universita' di Berkeley (California) e Senior Scientist presso l'Istituto di Ricerca dell'Ospedale dei Bambini di Berkeley (CHORI).

E' membro dell'Accademia Nazionale delle Scienze statunitense e fu membro della sua Commissione delle Scienze Biologiche. E' stato membro della commissione dirigente dell'Istituto Nazionale dei Tumori dal 1976 al 1982 e ha collezionato una lunga serie di premi: General Motors Cancer Research Foundation Prize (1983), the Tyler Environmental Prize (1985), the Gold Medal Award of the American Institute of Chemists (1991), the Glenn Foundation Award of the Gerontological Society of America (1992), the Lovelace Institutes Award for Excellence in Environmental Health Research (1995), the Honda Prize of the Honda Foundation, Japan (1996), the Japan Prize, (1997), the Kehoe Award, American College of Occup. and Environ. Med. (1997), the Medal of the City of Paris (1998), the U.S. National Medal of Science (1998), The Linus Pauling Institute Prize for Health Research (2001), and the American Society for Microbiology Lifetime Achievement Award (2001).

Le sue ricerche focalizzano l'identificazione degli agenti mutageni che danneggiano il DNA delle cellule umane e delle misure difensive contro di essi.
Egli sta anche lavorando per chiarire le conseguenze del danno del DNA sulla formazione di tumori e sull'invecchiamento. Ames ha scoperto che la carenza di determinati nutrienti (come le vitamine B12, B6, C, E, folati e niacina, nonche' i minerali ferro e zinco) sembra simile all'esposizione alle radiazioni, quanto a danneggiamento del DNA. Egli e il suo gruppo di lavoro hanno scoperto che la carenza di acido folico distrugge i cromosomi, a causa della massiccia incorporazione di uracile nel DNA umano.

Il lavoro recente del gruppo indica che la carenza delle vitamine B12 o B6, entrambe molto comuni, e' anch'essa causa di alti livelli di uracile e di danno al DNA cellulare. La carenza di micronutrienti puo' spiegare perche' un quarto della popolazione (americana, N.d.T.), che si alimenta con poca frutta e verdura, sviluppa tumori con un'incidenza doppia per la maggior parte delle forme di cancro, comparata con il quarto di popolazione che consuma piu' frutta e verdura. Il gruppo di lavoro ha scoperto che l'invecchiamento puo' essere causato, in buona parte, dalle molecole ossidanti che si formano come sottoprodotti del normale metabolismo, i quali alterano le funzioni dei mitocondri. I mitocondri dei ratti vecchi (di laboratorio, N.d.T.), paragonati a quelli dei ratti giovani, presentano varie differenze. Nutrendo i ratti vecchi con i normali metaboliti dei mitocondri (acetil carnitina e acido lipoico) le differenze fra vecchi e giovani si annullano in gran parte. Il gruppo sta investigando l'effetto di questi metaboliti sulla durata della vita e sulla funzionalita' del cervello; sta anche esplorando l'estensione di questi studi dagli animali all'Uomo."

Dr. Ames e il suo gruppo sono i creatori del test standard di valutazione della mutagenicita' delle sostanze chimiche sui batteri della Salmonella typhimurium.

Altri siti di documentazione su Bruce Ames: sito dell'Universita' di Berkeley, California; sito ufficiale di B. Ames.

"Malintesi sulle cause del cancro"

Presentiamo la traduzione del sommario del seg. articolo: "Misconceptions About the Causes of Cancer" degli autori Lois Swirsky Gold (University of California Berkeley, Lawrence Berkeley National Laboratory), Bruce N. Ames (University of California Berkeley, Children’s Hospital of Oakland Research Institute) e Thomas H. Slone (University of California Berkeley) [tratto da Human and Environmental Risk Assessment: Theory and Practice Paustenbach, ed., New York: John Wiley & Sons, pp. 1415-1460 (2002)].

"Malintesi sulle cause del cancro

Le maggiori cause di cancro sono:
1) fumo, che rappresenta il 31% delle morti per cancro in U.S.A. e l'87% delle morti per cancro ai polmoni;
2) sbilanciamenti dietetici, che rappresentano un altro terzo (es.: carenza di frutta e verdura);
3) infezioni croniche, specialmente nei Paesi in via di sviluppo;
4) fattori ormonali, influenzati principalmente dallo stile di vita.

Non esistono epidemie di cancro, tranne il cancro del polmone dovuto al fumo. I tassi di mortalita' per cancro sono diminuiti del 19% dal 1950 (a parte il cancro al polmone). La politica normativa che si concentra sulle tracce di sostanze chimiche sintetiche e' basata su fraintendimenti riguardanti i test di cancerogenicita' sugli animali. Ricerche recenti indicano che i cancerogeni sui roditori non sono rari.

Meta' di tutte le sostanze chimiche sottoposte ai test standard ad alte dosi per la cancerogenesi sugli animali, sia di origine naturale sia prodotte sinteticamente, sono “cancerogene”; ci sono effetti ad alte dosi in test di cancerogenesi su roditori che non sono attinenti alle esposizioni a basse dosi sull'Uomo e che contribuiscono alle grandi quantita' di sostanze con test positivo (= che risultano cancerogene). L'attenzione delle politiche normative e' puntata sulle sostanze di origine sintetica, nonostante che il 99,9% delle sostanze ingerite dall'Uomo siano naturali.

Nel caffe' sono stati trovati piu' di 1.000 componenti: 30 sono stati testati e 21 sono cancerogeni per i roditori. Le piante usate nella dieta umana contengono migliaia di “pesticidi” naturali prodotti dalle piante per proteggersi da insetti e altri predatori: 71 sono stati testati e 37 sono cancerogeni per i roditori.
Non ci sono dimostrazioni convincenti che gli inquinanti chimici sintetici siano un'importante causa di cancro nell'Uomo. Le norme che mirano a eliminare i bassi livelli di sostanze chimiche sintetiche sono costose.

L'US-EPA (Agenzia per la Protezione Ambientale degli U.S.A.) ha stimato che le normative ambientali costino alla societa' 140 miliardi di dollari all'anno. Altri hanno stimato che il programma mediano di controllo della tossicita' per ogni anno di vita ipotetico salvato costi 146 volte in piu' rispetto all'intervento medico mediano. Cercare di ridurre minuscoli ipotetici rischi ha anche altri costi: se ridurre i pesticidi sintetici rende frutta e verdura piu' costose, si avra' una diminuzione nel loro consumo e il tasso di incidenza dei tumori aumentera', specialmente per la gente povera. La prevenzione del cancro si attua mediante la conoscenza ottenuta con la ricerca biomedica, l'educazione del pubblico e il cambiamento dello stile di vita individuale. Sembra imporsi un riesame delle priorita' nella prevenzione dei tumori, a livello sia pubblico sia privato.
In questo capitolo mettiamo in evidenza 9 malintesi riguardanti l'inquinamento, i pesticidi e le cause del cancro. Per ogni malinteso presentiamo brevemente la prova scientifica che lo smaschera."

Nella parte iniziale del post e' disponibile il link al quale scaricare l'articolo completo.

Sito di appoggio

Per il momento i documenti scaricabili a Vostra disposizione saranno immagazzinati nel database del sito della ditta Bensos, la quale si presta senza finalita' promozionali bensi' solo per favorire il nostro blog dal punto di vista organizzativo.
Ribadiamo che i documenti qui riportati non hanno scopi commerciali.
Il blog Scienza "commestibile" ha esclusive finalita' culturali e didattiche.

sabato 27 giugno 2009

Alimentazione e micotossine

Di seguito riportiamo un documento pdf che raccoglie gli appunti del chimico presi a un convegno svoltosi nel 2004 a Piacenza: “MUFFE E MICOTOSSINE: DAL CAMPO AL PIATTO”, organizzato dall'Istituto Superiore di Sanita':
appunti convegno micotossine 2004

Con il gentile permesso dell'Autore, riportiamo anche il documento "Le micotossine nelle colture e nei prodotti alimentari" (pdf, 2,18MB) del Prof. A. Reyneri (Dip. Agronomia Selvicoltura e Gestione Territorio, Universita' di Torino), 2004.

Altri links:
- sito IARC (International Agency for Cancer Research), in cui digitare "aflatoxins". Dalla ricerca risulteranno vari documenti, fra cui le Monografie (con lunghe descrizioni delle metodiche di analisi e di valutazione dei dati) e il Volume 56 (con le stime riassuntive).
- sito EFSA (Autorita' Europea per la sicurezza alimentare).
Per le conclusioni riassuntive del parere EFSA andare in fondo alla pagina del sito, in cui si ribadisce la necessita che l'esposizione alle aflatossine sia la più bassa ragionevolmente possibile, a causa della loro spiccata tendenza alla cancerogenicita' e alla genotossicita'.

sabato 20 giugno 2009

Benvenuti

Benvenuti ai lettori di questo blog, il cui scopo e' fornire documentazione scientifica spiegata in termini non troppo tecnici, con riferimenti alla bibliografia originale.

L'obiettivo e' creare una base-dati attendibile su argomenti di pubblico interesse, in modo che i cittadini che lo desiderano possano usufruire di informazioni imparziali e non manipolate.

Le fonti di questa base-dati saranno: atti di convegni, articoli scientifici (di questi verra' presentato e tradotto l'abstract, con eventuali approfondimenti del contenuto), testi universitari.

Talvolta verranno prese in esame tematiche di attualita' e si cerchera' documentazione scientifica che permetta di approfondirle in modo attendibile.

Buona "digestione" a tutti!